Un'arena per la musica lirica
Oggi vi presentiamo Macerata, una città situata nel cuore delle Marche. Essa sorge alla sommità di una collina, tra le verdi vallate del fiume Chienti e del fiume Potenza ed è uno dei capoluoghi di provincia della nostra regione Marche, sebbene conti circa 41.500 abitanti.
E' una città caratterizzata dal caldo colore del laterizio e che si sviluppa a partire dalla Piazza della Libertà, posta nel punto più alto: gli anelli di cui sembra essere composto il centro storico si allargano via via verso le mura crescendo come se fossero gli strati di un'enorme cipolla.
Accanto alle mura quattrocentesche, al posto di un quartiere medievale caratterizzato da stradine tortuose e vicoli stretti, nel 1829 si decide di costruire un edificio ottocentesco dal nome piuttosto curioso: lo Sferisterio.
Oggi lo Sferisterio di Macerata è considerato uno dei teatri più spettacolari in Italia, soprattutto per gli spettacoli di opera lirica che si svolgono in estate, ma inizialmente è stato costruito per ben altri scopi.
Infatti, un sinonimo del suo nome è Sferodromo (composto dalle parole "palla" e "corsa) e in passato ne sono stati costruiti moltissimi in tutta Italia, soprattutto nel centro-nord.
Come testimoniato dall'iscrizione in facciata, il finanziamento della struttura è stata analoga a quella dei numerosi teatri storici marchigiani. Un'associazione di cento facoltosi cittadini maceratesi si sono autotassati per poter dotare la città di un edificio idoneo ad ospitare spettacoli diversi da quelli che si svolgevano nei teatri.
La costruzione dello Sferisterio è iniziata nel 1820 ed è stata completata nel 1829, anno della sua inaugurazione. Il progetto è stato affidato all'architetto Ireneo Aleandri, originario di San Severino Marche, che ha dato vita ad uno dei monumenti più significativi dell'architettura neoclassica nella nostra regione.
Il progettista ha creato un edificio estremamente elegante, collocato immediatamente al di fuori da Porta Mercato - una porta che si affaccia sull'ampia Piazza Mazzini - e il fianco semicircolare allineato alla strada di circonvallazione, che rende l'edificio subito visibile non appena si giunge in città, così non sempre ci si rende conto della sua reale imponenza.
Per realizzare lo Sferisterio, l'architetto si è chiaramente ispirato da un lato, a dei grandi progetti del periodo rinascimentale (come il grande Teatro Olimpico progettato da Palladio a Vicenza) rintracciabile nel grande colonnato che orna la parte semicircolare e i due lati corti, e dall'altro lato alla tradizione dei teatri storici che nelle Marche cominciavano allora a diffondersi in gran numero.
La struttura che arriva ad ospitare fino a 2500 posti, è composta da 56 colonne doriche che incorniciano 104 palchi, come fosse un vero e proprio teatro, che terminano con un'elegante balconata in pietra. Sul lato opposto si erge un muro alto 18 metri e lungo 90 metri, mentre l'arena misura in totale 90 x 36 metri.
Dal gioco della palla al bracciale all'opera lirica
L'alto ed enorme muro sullo sfondo, che costituisce oggi una grande sfida per chi si occupa di scenografia, era utilizzato in passato per il gioco della palla al bracciale.
Si trattava di un gioco popolare molto diffuso nello Stato Pontificio nel quale due squadre, composte da 3 giocatori ciascuna, si fronteggiano in una sfida simile alla pelota basca o allo squash.
La differenza sostanziale è che indossano un bracciale in legno coperto di punte, anch'esse in legno, che utilizzano come una racchetta per colpire una palla di cuoio del peso di circa 2 hg .
Oltre a questo gioco, molto popolari erano anche "lo steccato", una sorta di corrida a cui partecipavano cani e buoi, o la giostra se a partecipare alla manifestazione c'erano anche degli uomini, solitamente macellai locali.
Le tracce di queste usanze sono visibili soprattutto nell'architettura: al di sotto della prima fila di palchetti si aprono delle porte che un tempo erano utilizzate come stalle per gli animali.
Con il passare del tempo e soprattutto con l'arrivo delle truppe napoleoniche, questi giochi iniziano a perdere la loro popolarità. La riacquistano con la restaurazione dello Stato Pontificio quando anche il poeta Giacomo Leopardi nel 1821 nella poesia "A un vincitore nel pallone" non solo ci lascia una testimonianza concreta di questo sport, ma ricorda anche un noto campione dell'epoca, Carlo Didimi, un ragazzo originario di Treia, un vero prodigio della palla al bracciale.
La storia dello Sferisterio è andata avanti così per circa un secolo, fino a quando, nel 1921 l'Associazione dei cento cittadini ha raccolto la proposta del loro presidente, il Conte Pier Alberto Conti.
Sebbene lo Sferisterio sia stato concepito ed utilizzato per spettacoli di diverso genere, esso possiede anche una perfetta acustica e così si pensa di destinarlo agli spettacoli di opera lirica, forse sulla scia di quello che stava avvenendo a Verona.
A 37 anni, il Conte Pier Alberto Conti era stato un uomo di primo piano e, grazie all'immenso patrimonio che aveva ereditato dalla sua famiglia, poteva vantare una certa influenza sia sulla città di Macerata che sulla vicina Civitanova Marche. Il suo primo matrimonio si era infelicemente concluso e ben presto il Conte inizia una relazione con un noto soprano dell'epoca: Francisca Solari.
Sarà lei la protagonista della celebre Aida messa in scena allo Sferisterio nell'estate del 1921, rappresentata per ben 17 volte per un totale di circa 70.000 spettatori.
Sul palco dell'Arena maceratese passarono due famose compagnie dell'epoca, e per quella famosa Aida cammelli, cavalli, elefanti e buoi, oltre a più di 1000 figuranti attraversano il palcoscenico.
Nel 1922 si tenta di ripetere lo stesso successo mettendo in scena La Gioconda di Ponchielli, ma le cose andranno diversamente. Intanto il Conte Pieralberto Conti e Francisca Solari si sposano nel 1926.
Allo Sferisterio proseguono parate e concerti: nel 1927 e nel 1929 (per celebrare i cento anni dalla sua apertura al pubblico) anche Beninamino Gigli si esibisce davanti alla sua vasta platea.
Con la seconda guerra mondiale tutto si è fermato e soltanto nel dopoguerra si sono potuti riprendere gli spettacoli. Tuttavia, occorre attendere il 1967 per la ripresa della stagione di opera lirica che, pur attraversando periodi di alti e bassi, continua fino ad oggi.
Oltre agli artisti già citati, nel corso degli ultimi 60 anni il palcoscenico dello Sferisterio è stato calcato da numerosi cantanti d'opera tra cui ricordiamo di Mario del Monaco, Franco Corelli, Luciano Pavarotti, Tito Gobbi, Katia Ricciarelli, Placido Domingo, Monserrat Caballé e i ballerini Rudolf Nureyev e Roberto Bolle, solo per citare i più famosi.
Inoltre, negli ultimi anni lo Sferisterio è diventato il protagonista dell'estate marchigiana poiché dal 2005 ospita Musicultura, il festival della canzone d'autore, (a cui hanno partecipato dei cantautori poi diventati famosi come Simone Cristicchi, Povia e Mannarino) e sempre durante i mesi estivi vi si svolgono concerti con star della musica italiana ed internazionale (tra cui i Simple Minds, Ben Harper, Max Gazze', De Gregori e Patti Smith).
Vi abbiamo incuriosito con la storia di questo particolare monumento e volete conoscere meglio la città di Macerata e le altre particolarità che ospita? 7
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